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Riceviamo da Medicina Democratica e pubblichiamo un aggiornamento sul caso dell'inquinamento delle acque potabili della Solvay della provincia di Alessandria. Quella vicenda è ormai giunta ormai in corte d'Assise e l'esito del giudizio è atteso per il 19/12/2014. Il parellelo con il caso dei PFAS che hanno inquinato le nostre zone è diretto, ma soprattutto ci ha colpito il dettaglio con cui si entra nella questione degli inquinamenti multipli (Quando
scriveva sul diario (sequestrato dai carabinieri) che il cromo era
stato nascosto sotto bitume e cemento) e delle sconcertanti dichiarazioni degli accusati in attesa di giudizio tra cui il noto ex AD di Miteni: Luigi Guarracino.
Art. 439 del codice penale: “Chiunque avvelena acque destinate all’alimentazione, prima che siano attinte o distribuite per consumo, è punito con la reclusione non inferiore a 15 anni”. Sarebbe la giusta pena per un delitto contro la collettività. Eppure Solvay sfida i giurati della “provincialotta” Corte di Assise di Alessandria: “Non avrete il coraggio di condannarci per l’articolo 439 dacché nessuno in Italia l’ha mai applicato perché in Italia non c’è mai stato un caso di avvelenamento doloso delle acque”.
Clicca qui e continua con la lettura completa del reseconto di udienza
leggi sotto gli estratti relativi alla Miteni di Trissino
....Leonardo Cammarata difende il direttore Luigi Guarracino. E qui scoppia il giallo: Guarracino è presente in aula ma in incognito, tanto da essere stato considerato contumace. La Presidente lo scopre. Si ride un po’.......
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leggi sotto gli estratti relativi alla Miteni di Trissino
....Leonardo Cammarata difende il direttore Luigi Guarracino. E qui scoppia il giallo: Guarracino è presente in aula ma in incognito, tanto da essere stato considerato contumace. La Presidente lo scopre. Si ride un po’.......
......Torniamo
a Guarracino, l’unico tra gli imputati alessandrini con la
qualifica di direttore. E’ imputato anche a Bussi (Pescara). Ad
Alessandria i direttori che l’hanno preceduto sono sgusciati via
perché i capi di imputazione partono dal 1995 (Corrado
Tartuferi
è invece deceduto e gli avvocati ne approfittano per scaricargli
addosso). Stefano
Bigini (imputato
in reato connesso) riceve da Guarracino gli archivi che sono l’ABC
professionale per chi vuole ricoprire il ruolo di direttore, ma la
teste Valeria
Giunta (vedi
intercettazioni telefoniche) lo mandava affanculo, rimpiangendo
Guarracino, più preparato, più informato........
.....Luigi
Guarracino
è abruzzese e da direttore ha abitato a Bussi esponendo anche la sua
famiglia all’inquinamento. Non l’ha fatto per soldi ma perché
–dice- non si era mai accorto di niente, che stavano avvelenando
700.000 persone. Così ha sostenuto alla Corte
di Assise di Chieti. Era
convinto di avere trascorso un periodo nel Parco
Nazionale d’Abruzzo,
contemplando gli orsi. Così a Spinetta Marengo per lui la Fraschetta
era ancora quella della foresta del brigante Mayno.
Non riesce a capacitarsi di essere imputato per gli stessi reati
(fatale coincidenza) a Chieti e ad Alessandria. Chi ha capito tutto è
invece la Miteni,
multinazionale tedesca Icig
che a Trissino
(Vicenza) è accusata di inquinare i corsi d’acqua. Non contenta di
avvalersi di un medico di fabbrica negazionista della forza diciamo
così… scientifica di un Giovanni
Costa
(che
si guadagna la pappa anche con trasferte a Spinetta), non contenta
chi ha chiamato a fare il direttore? Luigi Guarracino! Chi meglio di
lui, che a Spinetta è stato specialista a scaricare PFOA
(tossico,
cancerogeno, mutageno, teratogeno) nel Bormida e fino alla foce del
Po? Anzi, lo vuole Amministratore
delegato! La sua fama di “non sapevo nulla” ha varcato i confini.
Purchè non vada a dirigere in Germania, lì lo stangano. In Italia:
vedremo. Spedisce nel 2008 mail a Balza: l’ammiro, apprezzo la sua
attività ambientalista, ma su di me si sbaglia, a mia insaputa…
Vediamoci a prendere un caffè insieme. No, grazie…il caffè mi
innervosisce. Preferirei un confronto in Tribunale. Dove
arrogantemente non si è mai presentato, se non all’ultima udienza…
in incognito.
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