martedì 29 ottobre 2013

NUOVO PAT DI TRISSINO: LA SENATRICE E IL SINDACO NON HANNO NULLA DA DIRE

Le aree strategiche della regione veneto

La presentazione con un ritardo di 4 anni del nuovo PAT di Trissino ha moltiplicato i dubbi sulla capacità di questa amministrazione di governare il futuro di questo territorio. Depone male il fatto che ad approvarlo siano stati solo sei consiglieri comunali: troppi interessi in gioco fin dentro al consiglio stesso. Il grave ritardo è servito ad aumentare la superficie agricola trasformabile e le aree edificabili in collina. Dopo 4 anni manca la visione politica del sindaco Claudio Rancan, e soprattutto quelle della senatrice e assessore all'urbanistica.
Sono emerse numerose le contraddizioni: per prima la collina, il mancato controllo sul degrado, l'inefficacia delle scelte che si contraddicono, nessuna idea per il rilancio delle aree produttive e per il manifatturiero anzi potranno essere commerciali o peggio residenziali, la sottovalutazione delle aree strategiche e degli appetiti mafiosi sono quelle principali emerse nella presentazione di lunedì 28 ottobre.

In primo luogo il PAT di Trissino persegue la tutela idrogeologica della collina con la costruzione di decine di migliaia di mc. Nei fatti i volumi verranno aumentati e rispalmati nelle cosiddette aree non a rischio di frana. La prova data sin qui da questa amministrazione nel controllare questo il processo di urbanizzazione collinare è schifosa. Grida al pericolo idrogeologico, ma poi non controlla, soprattutto i nuovi insediamenti. Troppi sono gli interessi edilizi in gioco in questa giunta che vuole farci credere anche di risolvere la crisi del settore edilizio. L'unica cosa che controllerà sarà il mega mercato di volumi tramite il credito edilizio al cui centro pone se stessa, ottimo viatico per la prossima campagna elettorale basata sullo scambio. Tolte le tre frane storiche di Trissino, molti dissesti sono provocati dalla cattiva gestione delle acque dei nuclei abitati sparsi. Ci sarebbe da schifarsi del comportamento in 5 casi emblematici, se non fosse che li mette in ridicolo e in imbarazzo tanto da non rispondere a domande dirette. L'assessore all'urbanistica nella sua premessa ha parlato di controllo, verifica, e risanamento del degrado idrogeologico da attuare con la moltiplicazione delle contrade e dei nuclei residenziali collinari. Ha fatto finta di non sapere che il mancato controllo di questa amministrazione su quei 5 casi, è ormai sotto gli occhi di tutti per il degrado, l'evidente dissesto idrogeologico e paesaggistico anche dopo le alluvioni del 2010. Mi riferisco alla lottizzazione di Selva in area di frana, come pure al pessimo intervento di realizzazione di una cantina vitivinicola a San Nicolò con sbancamento di una parte di collina tutelata paesaggisticamente e priva di ripristino, alla pessima cementificazione di una roggia con rotatoria nei pressi del campo sportivo del centro, alle inefficaci proposte contro le alluvioni delle contrade Scorloni e Massignani, e all'ormai famigerato piano Koris.La mega zona industriale da 350.000 avrà un futuro contraddittorio poiché sarà anche commerciale. L'assessore all'urbanistica che è anche senatrice della repubblica non ha espresso alcuna opinione politica su quali siano le strategie possibili per conservare la manifattura in un territorio che ha messo in campo la saturazione della superficie agricola tra l'argine delle rotte del Guà e quello della Poscola. Semplicemente non ha risposto alle mie domande, forse perché non ha idea di cosa dire? Se è così è grave per un politico che è chiamato a sedere in senato per prendere decisioni con atti concreti su come uscire dalla crisi. Forse è troppo occupata nel cazzeggio sulla decadenza del berlusconide, e non può seguire il territorio, la sua economia, il suo lavoro e gli strumenti di pianificazione: in poche parole non ha la minima idea di cosa fare delle zone industriali vuote, qualcuno avrà suggerito proviamo con il commerciale.Altra cosa sarebbe che sia vero che esista un interesse diretto di alcuni affinché il cambio d'uso da produttivo a commerciale si espanda a Trissino. A questi interessi poco importa che la manifattura sia davvero la linea del Piave su cui difendere la capacità di questo paese di arrivare ad avere 10.000 abitanti(questo è l'obiettivo del PAT) senza restare in mutande e che l'Italia mantenga un livello accettabile di benessere. A dimostrazione di ciò la senatrice e il sindaco hanno mancato un'altra risposta politica sul cosiddetto articolo 38 della Regione Veneto: non sanno che il casello della SPV stenderà un'area di 2 km di raggio quasi fino a Villa Trissino e a San Rocco dove la pianificazione è sottratta al PAT e ai comuni? Sono aree strategiche dove la regione e gli appetiti peggiori di questo Veneto possono costruire ciò che vogliono sulla testa di sindaci e senatori silenti.Abbiamo ascoltato solo risposte tecniche con il limite che il progettista ha contraddetto se stesso e le proprie previsioni sulle aree industriali per agganciare Montecchio e Arzignano: adesso sono muri per lo più vuoti, non sappiamo come salvarli, per adesso proviamo con il commercio. Questo dice il nuovo PAT di Trissino, ma con i soldi di chi si attueranno queste trasformazioni? La domanda non è peregrina perché oramai sono arcinoti gli appetiti della criminalità organizzata e della mafia in queste operazioni. Qui da noi lo scorso anno non è venuta la commissione parlamentare antimafia di passaggio nel nordest ma credo che la senatrice dovrebbe attivarsi affinché ciò avvenga e io le chiedo una risposta nel merito, i segnali di certe presenze ci sono già per chi sa leggerli.Arch. Massimo Follesa 3478722240

3 commenti:

Anonimo ha detto...

....ma quello che è scritto sul Giornale di Vicenza di oggi è vero? Cioè che questa Amministrazione ci ha accollato un mutuo da 1 miliardo di vecchie lire? Ma stiamo scherzando?

ValleAgno-C.difesaluterritorio ha detto...

si nuovo mutuo perchè le aree poste in vendita nel consiglio del mese scorso non si vendono e dopo un mese allora et voilà si cambia strada, mutuo che servirà a coprire il progetto di adeguamento sismico delle scuole elementari, altrimenti salta tutto. avremo una una rata complessiva di circa 45.000 € all'anno. Questo può essere fatto perchè semplicemente la regione ci deve dare in quanto comune una cifra pari al mutuo. L'opera non si discute, ma il metodo si e credo che valga la pena di farlo, per la mia parte ho votato contro a questo metodo del giorno per giorno, che non è capace di chiamare alle sue responsabilità una giunta regionale che si appresta a investire in Valle dell'Agno 350 mln di € per le gallerie di Pedemontana Veneta e quasi altri 350 mln per le parti rimanenti tra montecchio e villaverla.
Massimo Follesa

Anonimo ha detto...

ok, grazie mille del chiarimento. Interessante sarebbe capire anche quanto ci tocca pagare di interessi...
Grazie ancora.