domenica 12 aprile 2009

SULLA SCUOLA (discorso tenuto il 30 ottobre 2008 a Valdagno)

Dopo tutte le bugie di questi giorni una cosa è certa : la scuola non migliora con i tagli. Non c'è nella legge approvata assolutamente niente che abbia una valenza didattica. Quello che è stato fatto è semplicemente attingere ancora una volta al salvadanaio della scuola. É una mossa che ormai conosciamo, in tempi di vacche magre si taglia, si è sempre tagliato sulla scuola, in questo non c'è molta fantasia. E i tagli sono indiscriminati, si eliminano anche le eccellenze. E come si fa allora a parlare di miglioramento? Come si fa a dire che questa è innovazione? Possiamo andare in giro tutti col grembiule, con i fiocchetti, ma non mi si venga a dire che questa è qualità. Questo è fumo negli occhi, è semplicemente creare uno scatolone vuoto che non si sa ancora come riempire. Possiamo anche essere d'accordo che la scuola vada cambiata, in meglio però, e pensiamo che togliere risorse non sia un miglioramento ma un passo, cento passi indietro. È un intervento distruttivo quello che è stato fatto, un intervento contro, per esempio, una attività ventennale di ricerca e di sperimentazione che ha dato dei risultati eccellenti nella scuola dell'infanzia e elementare. Con un colpo di spugna si cancella tutto e si torna indietro e noi abbiamo il dovere di dire NO NON CI STIAMO.
A noi non è stato chiesto niente, si lavora con il provvedimento di urgenza, il decreto, per evitare qualsiasi tipo di coinvolgimento degli esperti. Ma noi siamo convinti che se un cambiamento deve essere fatto questo deve avere il più largo consenso possibile, deve essere condiviso. Questo deve essere chiaro. L'unico scopo è, ripeto risparmiare, non c'è nessuna valenza didattica.
Tanti di noi insegnanti sono nella scuola da lunghi anni. Da quando siamo entrati nel mondo dell'istruzione ognuno di noi si è visto buttare fango addosso. Questo non va bene. Come può un paese civile denigrare le persone che chiama a istruire, a formare le future generazioni? Come può un giovane che vede la scuola così svilita, così tenuta in poco conto, pensare, desiderare di essere domani lui stesso un formatore, un insegnante? È difficile. Personalmente penso che l'insegnamento sia un mestiere bellissimo, poter dare agli altri la propria conoscenza, trasmettere il sapere rendendolo accessibile a tutti. É la cosa, per me, più bella che ci sia. Penso che l'istruzione vada rivalutata, è importante per il nostro futuro. Purtroppo chi è nella scuola non produce qualcosa di tangibile, qualcosa che puoi toccare, spostare a fine giornata. Non abbiamo a fine giornata nessun pezzo fatto. Il nostro lavoro si vede negli anni, lo sa chi vive con noi giorno dopo giorno e decide di crescere con noi.
Vorremmo che il destino della scuola non fosse segnato dai governi che passano. L'istruzione resta SEMPRE importante, non ha colore, non ha tempo. Bisogna decidere una volta per tutte se ci si crede, non bisogna prendere in giro le persone, gli studenti, le famiglie, gli insegnanti. E abbiamo bisogno che la guardia resti sempre alta, non possiamo interessarci alla scuola solo quando i nostri figli sono in ballo, perché dalle nostre scuole uscirà il medico che ci curerà tra 10 anni, il caldaista che ci salverà dai fumi tossici, l'impiegato del comune che ci renderà la vita più semplice.
In questi giorni siamo anche stati accusati di essere conservatori, di non voler cambiare, di voler preservare lo stato delle cose. Ebbene...noi cambiamo ogni giorno, perché ogni giorno cambiano le persone che abbiamo davanti. Non possiamo insegnare oggi come insegnavamo 10, 15 anni fa. Noi siamo già cambiati, comprendiamo il nuovo, integriamo le persone...solo che qualcuno non se ne è accorto. Ma chi vuole innovare riporta la scuola indietro al 1928, è ad allora che risale il maestro unico. 1928... BRAVI, BELLA NOVITÀ! Veramente innovatori!!
Concludo con le belle parole di Stefania Fabbris, di Retescuole, non voglio attribuirmi la paternità delle sue parole, anche se, come qualcuno diceva “le idee migliori sono proprietà di tutti”:
“La scuola italiana ha comunque criticità, certo, come tutti gli altri paesi avanzati del resto, ma i provvedimenti presi sono figli della peggiore demagogia, tagliano risorse preziose, tolgono fiducia, continuità e speranza a studenti, genitori, insegnanti. É semplicemente aberrante proporre di abbassare il livello dei programmi di tutte le scuole ( perché è questo che si fa accorpando, togliendo ore e fondi) e spacciare questo per “QUALITÀ”.
Parliamone, chiedete a chi la scuola la vive ogni giorno.

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