giovedì 1 luglio 2010

Superstrada a pagamento Pedemontana Veneta e viabilità locale

Abbiamo presentato una interpellanza al Sindaco di Trissino con precise richieste di chiarimento sullo sviluppo del progetto definitivo e dei cantieri del Superstrada a pagamento Pedemontana Veneta, aderendo all'iniziativa dei consiglieri comunali della Valle dell'Agno, che hanno presentato analoghe iniziativi a Recoaro Terme, Brogliano, Castelgomberto, Trissino, Montecchio Maggiore e Malo

Alla cortese attenzione del
Sindaco di TRISSINO
Oggetto: interpellanza n.1 : Superstrada a pagamento Pedemontana Veneta e viabilità locale
Il gruppo consiliare CITTADINI ATTIVI TRISSINO ANCH’IO
PREMESSO
CHE LO STATO ATTUALE DEL PROGETTO “SUPER STRADA PEDEMONTANA” E’ IN UNA FASE SOTTERRANEA COMPLETAMENTE DIVERSO DA QUANTO CONCORDATO CON I SINDACI E DELIBERATO DAL PARLAMENTO NEL 2001;
CHE LO STRAVOLGIMENTO DELLA LEGGE ISTITUTIVA DELLA PEDEMONTANA VENETA - FINANZIARIA 2000 - CON TRASFORMAZIONE DI FATTO DA PROGETTO SUPERSTRADALE IN INFRASTRUTTURA AUTOSTRADALE DIVENENDO QUINDI PASSANTE NORD DELLA A4 A PEDAGGIO (già respinta dal Parlamento nel 2001) E’ UNA VIOLAZIONE DEL PATTO TRA I CITTADINI E LE ISTITUZIONI;
CHE LA DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA PER TRAFFICO APPARE DEL TUTTO INGIUSTIFICATA E VOLTA SOLO A COPRIRE LA FINTA ESIGENZA DI UNA AUTOSTRADA CAMUFFATA E INADATTA AL TERRITORIO, IL CHE E’ OLTRETUTTO UNA APERTA VIOLAZIONE DELLA CARTA COSTITUZIONALE E DELLA LEGGE;
CHE L’OPERA IN QUESTIONE COSÍ COME CONCEPITA NELL’ULTIMO PERIODO REALIZZA UNA INFRASTRUTTURA CHE NEGA LE SOLUZIONI UTILI ALLA CITTA’ DIFFUSA, QUAL È LA NOSTRA ZONA,;
CHE NUMEROSI AMMINISTRATORI SIA DEL TRATTO EST CHE DEL TRATTO OVEST, E I COMITATI DEI CITTADINI SOSTENGONO L’INSENSATEZZA, L’INSOSTENIBILITA’ AMBIENTALE, L’INUTILITA’ RISPETTO ALLA VIABILITA’ LOCALE DEL TRACCIATO DELLA SPV A PEDAGGIO IN VALLE DELL’AGNO, COMPRESO IL SUO SBOCCO A MALO;
CHE L’ATTUALE PROGETTO, CHE RECUPERA VECCHIE SOLUZIONI DEL PROGETTO “AUTOSTRABISTA” DEL 1997-2000 (BONIFICA SPA ECC.), AGGIUNGE 21 KM NEL TRATTO OVEST, MA RISPETTO AL PROGETTO DEL 2001, RIDUCE I CASELLI DA 44 A 18 IL CHE SIGNIFICA PIU’ STRADA,MAGGIOR SCEMPIO DEL TERRITORIO MA MENO ACCESSI;
CHE NEL 2001 IL PROGETTO SUPERSTRADALE PURO E SEMPLICE (A31 – A27) PREVEDEVA INVECE BEN 44 ACCESSI, SENZA CASELLI E L’EVENTUALE PEDAGGIO ERA COPERTO CON MODERNI SISTEMI DI PAGAMENTO A CONTRASSEGNO MAGNETICO (AMPIAMENTE SPERIMENTATI IN AUSTRIA);
CHE GIA’ SOLO QUESTO DATO, SULLA RIDUZIONE DEGLI ACCESSI, DIMOSTRA L’INCONGRUENZA RISPETTO ALLE ESIGENZE DI TRAFFICO LOCALE DELL’ATTUALE SOLUZIONE PER L’INFRASTRUTTURA SPV;
CHE ESSA APPUNTO NON AGEVOLA AFFATTO IL DRENAGGIO DEL TRAFFICO LOCALE E FAVORISCE INVECE QUELLO DI ATTRAVERSAMENTO AL DI FUORI DELLA FASCIA TERRITORIALE URBANA DELLA PEDEMONTANA VENETA;
CHIEDE

• Se sia stata approfondita la verifica dei livelli di coerenza delle opere con i piani di tutela territoriale (1° Piano straordinario delle aree a rischio idraulico e idrogeologico della Regione del Veneto, Piano di tutela delle acque, Piano regionale di risanamento delle Acque (P.R.R.A.), nonché piani di bacino) nonché con il regime dei vincoli ambientali (D.L.vo n. 490/1999 e successive modifiche) in relazione alle interferenze del progetto della SPV nei tratti compresi tra Malo e Montecchio Maggiore;
• Se siano stati sviluppati gli interventi di mitigazione, secondo le indicazioni presenti nello Studio d'Impatto Ambientale del Progetto Preliminare e se esiste secondo quello del Progetto Definitivo, e se questi siano stati integrati alla luce delle prescrizioni dell’ ALLEGATO alla Delibera n. 96/2006 CIPE denominata SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA - PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI PROPOSTE DAL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI, in coerenza con gli ambiti di interesse naturalistico/paesaggistico, dettagliandone la localizzazione, la tipologia, le modalità di esecuzione e i costi analitici. Si chiede inoltre, sempre in relazione a questo argomento, se siano state esplicitate le relazioni e i rapporti con eventuali indicazioni di tutela della pianificazione vigente regionale, provinciale e comunale;
• Se siano stati inseriti nei documenti progettuali definitivi, relativi agli oneri contrattuali dell'appaltatore dell'infrastruttura (capitolati d'appalto) le prescrizioni della delibera CIPE relative alla mitigazione degli impatti in fase di costruzione e quelle relative alla conduzione delle attività di cantiere e sempre in riferimento alle mitigazioni e alle conduzioni della fase di costruzione, quanto pattuito nel merito negli incontro tra i sindaci della Valle dell’Agno e il Commissario Straordinario;
• Se nel programma lavori siano state anticipate, per quanto possibile e se si quali relative alla Valle dell’Agno e nella tratta interferente con il nostro comune, la realizzazione delle opere di mitigazione e compensazione ambientale rispetto alla realizzazione delle opere in progetto come previsto dalle prescrizioni governative;
• Se siano stati adottati sistemi innovativi di tipo dinamico per la riscossione dei pedaggi, al fine di consentire la minimizzazione di occupazione di suolo negli svincoli come prescritto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’allegato alla delibera n.96/2006 del CIPE;
• Se siano stati dettagliati gli interventi di sistemazione a verde e/o di sistemazione a parcheggio delle aree di cantiere e delle aree intercluse in corrispondenza degli svincoli e se si quali siano le soluzioni adottate;
• Se sia stata aggiornata la ricognizione dei siti di cava e discarica disponibili, anche con riferimento alle disposizioni dei Piani cave provinciali, dettagliando, in relazione ai fabbisogni, l'effettiva disponibilità dei materiali nei siti di cava proposti, con particolare riferimento alla Valle dell’Agno e al territorio del nostro comune;
• Se il Commissario Straordinario abbia provveduto a dettagliare i quantitativi e le caratteristiche dei materiali di scavo, i luoghi e le modalità per lo smaltimento di quelli in esubero, a definire il Piano di deposito temporaneo e di smaltimento, individuando le aree di stoccaggio definitivo e le modalità di conservazione della coltre vegetale nel caso per il suo riutilizzo con particolare riferimento alla Valle dell’Agno e al territorio del nostro comune;
• Se esista lo sviluppo in dettaglio degli interventi di riorganizzazione fondiaria, di ricomposizione della maglia viaria minore e poderale post operam, assicurando il continuum agricolo, e la mobilità anche in fase di esecuzione dell’infrastruttura come richiesto dalla delibera di finanziamento della SPV del CIPE con particolare riferimento alla Valle dell’Agno e al territorio del nostro comune;
• Se si il Commissario Straordinario abbia provveduto nel progetto definitivo a far approfondire le simulazioni modellistiche degli impatti sull'atmosfera attraverso un aumento della risoluzione di calcolo o attraverso l'utilizzo di modelli dispersivi tridimensionali a scala di dettaglio che tengano conto delle situazioni microclimatiche opportunamente documentate con particolare attenzione alla Valle dell’Agno e in particolare dove sono situati i proposti accessi all’infrastruttura e gli ingressi nelle progettate gallerie naturali e artificiali, comunque con particolare riferimento all’aera della Valle dell’Agno e al territorio del nostro comune;
• Se per le opere di attraversamento dei corsi d'acqua e per i siti di cantiere ricadenti in aree golenali o nei pressi di aree sottoposte a rischio di esondazione o alluvione (sulla base anche dei dati storici) e con particolare riferimento alla Valle dell’Agno, sia stata approfondita con appositi studi di dettaglio la compatibilità idraulica verificando il rischio idraulico con un tempo di ritorno pari a 200 anni;
• Se il progetto definitivo abbia provveduto a sviluppare in dettaglio gli interventi di sistemazione idraulica in corso d'opera e post operam e quali si intendono adottare per la risoluzione delle interferenze dell'opera con la rete idrografica superficiale (torrenti, canali irrigui, affioramenti acque superficiali, etc.) con lo specifico ambito della Valle dell’Agno e del nostro territorio comunale;
• Se, per la salvaguardia dei pozzi e degli acquiferi destinati al consumo umano, e relative zone di rispetto ai sensi del D.Lgs.. n. 258/2000, ricadenti nelle aree di pianura caratterizzate da elevata vulnerabilità siano state sviluppate le seguenti azioni e progettazioni:
- aggiornare il censimento dei pozzi pubblici e privati esistenti, specificandone la destinazione d'uso;
- verificare eventuali interferenze del tracciato con le zone di salvaguardia dei pozzi, secondo le indicazioni contenute nel D.Lgs. n. 152/99;
- prevedere accorgimenti progettuali riguardanti l'impermeabilizzazione delle pavimentazioni stradali e il sistema di raccolta e allontanamento delle acque di piattaforma in modo da assicurare il convogliamento delle acque di dilavamento fuori dalle aree di salvaguardia dei pozzi;
• Se il progetto definitivo abbia approfondito – attraverso una campagna di indagini geognostiche e idrogeologiche, prove di laboratorio e/o prove in situ estese all'intero tracciato, con particolare attenzione per la galleria Malo-Castelgomberto – lo stato di conoscenza delle caratteristiche dei terreni interessati e delle falde e comunque con particolare riferimento al nostro territorio comunale;
• Se siano state valutate altresì le possibili variazioni del regime di falda e le relative interferenze con le opere in considerazione del fatto che si evidenziano oscillazioni stagionali di notevole entità con specifico riferimento al territorio dell’Ovest vicentino e del nostro territorio comunale;
• Se esista la progettazione prescritta dalla Delibera CIPE 96/2006, per le acque di piattaforma, del dimensionamento e della localizzazione delle opere di collettamento, dei manufatti di trattamento e del sistema di trincee disperdenti per il recapito finale, nonché le modalità di gestione dei sistemi di trattamento e di depurazione stessi, anche in relazione al verificarsi di condizioni accidentali di sversamento di inquinanti in riferimento al territorio del nostro comune;
• Se sia stata prevista per la fase di realizzazione dei ponti, in relazione alla particolare sensibilità della zona di ricarica degli acquiferi in riferimento al nostro territorio comunale, che:
- le attività di perforazione e di esecuzione delle fondazioni di pile e spalle, dei diaframmi per le gallerie artificiali, non determinino l'insorgere del rischio di diffusione delle sostanze inquinanti dovute ai fluidi di perforazione;
- l'utilizzazione dei fanghi di perforazione non riduca la permeabilità nelle formazioni litologiche interessate;
• Se nelle aree classificate ad alta pericolosità per franosità e, più in generale, nelle aree acclivi che interessano il tracciato, sui fronti di scavo e sulle scarpate artificiali nel nostro territorio comunale, si sia provveduto ad eseguire verifiche analitiche della stabilità considerando anche gli effetti del traffico e ove queste abbiano evidenziato coefficienti di sicurezza inferiori a quelli previsti dalle norme, si siano introdotte in progetto le opere necessarie per conseguirli;
• Se il progetto abbia approfondito lo studio della componente faunistica, così da poter assicurare la corretta progettazione di corridoi protetti di attraversamento della fauna in numero, forma e dimensioni adeguati in relazione a quella protetta e alla attività venatoria praticata nel nostro comune;
• Se sia stata prevista, per quanto riguarda il ripristino della vegetazione, l'impiego di specie appartenenti alla serie autoctona, raccogliendo eventualmente in loco il materiale per la loro propagazione (sementi, talee etc.), al fine di rispettare la diversità biologica (soprattutto in prossimità delle aree protette) con particolare riferimento alla creazione di boschi per la riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico in riferimento al territorio del nostro comune;
• Se si sia provveduto a dettagliare – per le aree direttamente interferite dal tracciato, di elevato valore naturalistico ed ecologico, in particolare SIC e ZPS – gli interventi di mitigazione e compensazione ambientale e in particolare per quanto riguarda la galleria di Malo-Caslgomberto e di Trissino che interferiscono pesantemente con le aree da cui ci si immette, se si sia comunque provveduto a:
* effettuare tutti i saggi geognostici per la caratterizzazione litostratigrafica e idrogeologica al fine di realizzare un modello che consenta di determinare con sufficiente approssimazione l'entità delle possibili venute d'acqua in corso d'opera ed in esercizio nonché i relativi accorgimenti progettuali/mitigativi atti a non pregiudicare l'integrità del SIC;
* prevedere una soluzione per il deflusso naturale delle acque meteoriche dal punto più basso interno alla galleria posto in prossimità dello sbocco verso Malo;
* valutare una soluzione che comporti la costruzione del tratto in galleria artificiale al di fuori del SIC;
* a considerare tutte le eventuali interferenze con le risorse idriche presenti e a prevenirne gli effetti negativi ampiamente dibattuti il letteratura tecnica (Variante di valico del tratto appenninico dell’Autostrada del Sole);
• Se sia stata approfondita l'analisi previsionale del rumore in fase di esercizio e ante operam anche alla luce del rumore esistente nel tratto dell’ex S.S. 246 dichiarata dall’Amministrazione Provinciale di Vicenza tra le più rumorose del territorio vicentino (> 70 db), verificando e dettagliando il censimento di tutti i ricettori ed individuando quelli sensibili;
• Se sia stata specificata la localizzazione, la tipologia e le modalità di realizzazione delle opere dì mitigazione acustica, assicurandone l'inserimento paesaggistico e privilegiando l'adozione di barriere acustiche integrate con barriere a verde nel tratto che interessa il nostro comune;
• In particolare se sia stata verificata la realizzazione di aree boschive fitte con sottobosco e alberi ad alto fusto, che risultano essere tra i metodi più efficienti per la riduzione del rumore, lungo tutto il tratto della Valle dell'Agno, agli imbocchi dei tunnel di Malo-Castelgomberto e Trissino, dei tratti di galleria artificiale, lungo le trincee, nei pressi degli accessi all’infrastruttura e comunque nel territorio interessato del nostro comune, prevedendo un rimboschimento con acquisto o affitto delle aree al margine dell’infrastruttura, per tutta la profondità dell’area di rispetto (40 mt) lasciata libera dalle opere (circa 18 mt) e quindi per una profondità boschiva di circa 32 mt su entrambi i lati della carreggiata;
• Se sia stata approfondita l'analisi dell'intervisibilità dell'opera riferendola ai gruppi di percettori più significativi (residenti, transitanti sulle infrastrutture di trasporto) per consentire l'adeguata integrazione/modifica delle misure mitigatrici previste in progetto;
• laddove il tracciato interferirà, direttamente o indirettamente, con le aree di interesse archeologico, se sia stato previsto di effettuare campagne di indagine preventive finalizzate a limitare l'entità delle interferenze, ma soprattutto alla valorizzazione delle risorse territoriali ai fini culturali, di tutela e turistici del bacino dell’ovest vicentino;
• Se il progetto definitivo contenga, al fine delle verifiche di cui all'art. 20 comma 4 del D.Lgs. n.190 del 20.08.2002 (norma di riferimento dei lavori pubblici e successive modifiche), le tavole dettagliate nelle quali vengano indicate ed evidenziate le opere, le particolarità progettuali, le misure mitigatrici e compensative con le quali sono state ottemperate le prescrizioni espresse nel parere CIPE o comunque quelle previste dagli accordi intercosi con il Commissario Straordinario, accompagnate da una relazione descrittiva specifica di cui se ne chiede le eventuali copie;
• Se sia stato previsto il Progetto di monitoraggio ambientale, redatto secondo le Linee guida della Commissione Speciale VIA, in cui l'ambito da monitorare sarà esteso non solo all'area interessata direttamente dal progetto, ma anche alle aree adiacenti interessate dai corridoi ecologici e dalle aste fluviali e alle aree SIC (area umida della Poscola);
• Se sia stata verificata la redazione degli elaborati, anche successivi al progetto definitivo, in conformità alle specifiche del Sistema cartografico di riferimento della Regione Veneto dal momento che la cartografia depositata e accessibile nel sito della Provincia di Vicenza riporta una situazione poco aggiornata rispetto allo stato dell’edificato della Valle dell’Agno (Nuove aree industriali, artigianali e residenziali, con nuova viabilità di accesso);
• Se sia stato predisposto in questa fase, quanto necessario per adottare, entro la consegna dei lavori., un sistema di gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001 o al sistema EMAS (Regolamento CE 761/2001) dal momento che a tutt’oggi un’opera paragonabile quale il Passante di Mestre risulterebbe privo del collaudo proprio perché non conforme alle normativa italiana e al Regolamento della C.E.;
• Se sia stata evidenziata l’assenza di presentazione, prima della redazione del progetto definitivo, su supporto informatico ed in scala adeguata, dell'intero tracciato definitivamente prescelto successivamente alle integrazioni ed alla luce delle precedenti prescrizioni da portare a conoscenza delle Amministrazioni locali prima dell'avvio della Conferenza dei servizi del 12 marzo 2010 e comunque in conseguenza anche delle modifiche presentate nell’ultimo incontro del mese giugno 2010 con il Commissario Straordinario;
• Se si sia tenuto conto dell' intesa di copianificazione paesaggistica fra la Regione Veneto ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali finalizzata alla tutela, valorizzazione e recupero dei diversi paesaggi interessati, estesa all'insieme delle aree attraversate dalle infrastrutture in oggetto, il cui ambito sarà congiuntamente perimetrato, con particolare riferimento alla percezione dell’ambito vallivo della Valle dell’Agno ,alla corona delle colline a est e a ovest (Castello di Monecchio, Castello di Arzignano, Castello di Trissino, Centro di Brogliano, Cereda e Ville Trissino Da Schio) e della Catena delle Piccole Dolomiti con riferimento al gruppo del Baffelan e del Cornetto;
• Per quanto sopra ricordato si chiede inoltre se sia stato approfondito lo studio sulle emergenze monumentali ed archeologiche secondo le indicazioni espresse dalle Soprintendenze di settore per il tratto ovest nelle zona di Castelgomberto e tra Trissino e Montecchio Maggiore in relazione alla rivalutazione del patrimonio della Valle dll’Agno ai fini turistici quale risorsa per il mantenimento dei livelli di crescita e di reddito;
• Se il progetto in via prioritaria realizzi svincoli a raso come indicato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nell’Allegato alla Delibera 96/2006 del CIPE;
• Se si sia considerata la viabilità complementare derivante dall'andamento della superstrada e dal posizionamento delle uscite in modo che determini obbligati percorsi potenzialmente non dannosi per il patrimonio culturale, economico, agricolo e alla abilità esistente della Valle dell’Agno;
• In particolare se, dal casello di Montecchio Maggiore alla variante esistente della ex S.S. N. 246, siano state prescritte opere di mitigazione da mettere in cantiere per la riduzione dell'impatto visivo dell'opera da punti panoramici di rilevante interesse come i Castelli Scaligeri di Montecchio e la rocca di Arzignano ed in particolare la formazione di zone di bosco di pianura nelle fasce di rispetto della strada in modo da interrompere con adeguati effetti di mitigazione la vista del nastro continuo delle sedi stradali.
• Se tali prescrizioni relative al tratto della variante della ex 246 siano state considerate come estendibili, con le dovute differenziazioni a tutto il tratto ovest in particolare della Valle dell’Agno tra Castelgomberto e Canove in particolare laddove non siano previsti tunnel naturali o artificiali e più precisamente nel tratto tra l’accesso di Brogliano-Castelgomberto-Cornedo Vicentino e il sottopasso della 246 a nord-est di Trissino dove il tracciato risulta essere in rilevato;
• Se per il tratto da Montecchio Maggiore al futuro Casello di Castelgomberto con riferimento alla galleria siano state verificate le effettive collocazioni degli imbocchi in entrata ed in uscita con adeguate opere di mitigazione in varie sequenze da controllare con relative simulazioni fotografiche e ogni altro elaborato utile alla corretta rappresentazione delle stesse.
• Se lo svincolo di Castelgomberto sia stato sviluppato tutto in trincea e a quota campagna, evitando viadotti e rampe di raccordo che vanno a compromettere le ampie visuali verso la corona di montagne della Valle dell'Agno. Se sia stata prevista la prescritta (delibera CIPE 96/2006) e necessaria galleria artificiale in corrispondenza della corte rurale antistante la zona industriale di Castelgomberto
• Se sia stato mantenuto l'attraversamento della stessa in trincea fino all'imbocco della galleria nella valle della Poscola in località Priabona, e se in questo ambito siano stati valutati gli impatti visivi dell'opera verso la strada provinciale di Priabona e presentate le simulazioni fotografiche delle diverse soluzioni di mitigazione;
• Al fine di garantire fluidità al transito dei veicoli, sia leggeri che pesanti, lungo l'asse della S.P.V., si ritiene necessario che sia realizzato il sottopasso al di sotto della rotatoria sulla S.R. 11. In tale ambito, nella progettazione definitiva, andrà sviluppato un approfondimento sotto il profilo della sicurezza idraulica, tenuto conto anche della presenza di più infrastrutture in progetto nell'area.
• Se in ambito del sottopasso della S.R. 11, nella progettazione definitiva, sia stato sviluppato un approfondimento sotto il profilo della sicurezza idraulica, tenuto conto anche della presenza di più infrastrutture in progetto nell'area (Sistema dellle tangenziali venete, TAC-TAV Verona-Padova, CIS, Sistema regionale di trasporto ferroviario);
• Se al fine di ridurre gli impatti territoriali nel tratto ricompreso fra l'azienda Miteni e la Villa Trissino Da Porto-Marzotto, si sia valutata la gestione dei fumi e del rumore del tratto in galleria naturale, come per altri se sia stata valutata la riduzione degli impatti visivi, acustici e chimici dell'opera delle aree residenziali a ridosso dell’opera quali quelle di svincoli di Montecchio, Canove, Ghisa, Valbona, Sandri, Oltreagno, San Rocco, zona azienda Biemme, stazione di Castelgomberto e di Brogliano, località Tezzon e Poscole.
• Se in particolare per gli espropriati e gli interferiti (entro i 40 mt della fascia di vincolo dall’asse dell’infrastruttura), siano stati previsti forme di indennizzo rispetto alle quali le amministrazioni comunali interessate abbiano ottenuto precise garanzie nei tempi, nei modi e nei valori dei risarcimenti garantite da un preciso accordo con il Commissario Straordinario, sul modello con cui il medesimo Commissario si è impegnato per il Passante di Mestre;
• Se al fine di preservare per quanto possibile le zone industriali esistenti e residenziali e di non influire sulle esigenze territoriali derivanti dalla pianificazione comunale e sovracomunale e di migliorare la reale viabilità della Valle dell’Agno, non si sia utilmente sviluppata una soluzione di alternativa con realizzazione della sola bretella di collegamento delle rotatorie di Montecchio Maggiore tra la vecchia 246 2 la nuova variante alla S.R. 246, e la rotatoria di Cereda di collegamento tra la vecchia 246 e la nuova bretella di attraversamento di Cornedo Vicentino, con la quale si sia valutata la dimensione dell’infrastruttura alle reali dimensioni del traffico di vallata tra Valdagno e Montecchio Maggiore con dati rilevati o dal progetto Giada, o dall’Amministrazione Provinciale o dalle amministrazioni comunali di Montecchio M. e di Valdagno;
• Se in collaborazione con i Sindaci della Valle dell’Agno non sia stata effettuata una analisi tecnico-economica per una soluzione alternativa al tracciato proposto, e se siano stati confrontati i livelli di costo al kilometro dell’attuale progetto SPV a pagamento con gli importi per un eventuale completamento della parte mancante della nuova 246, tra Cereda di Cornedo Vic. E Canove di Montecchio Maggiore, dato che tale distanza ammonta a circa 10 Km: infatti per i circa 95 km di percorso è previsto un importo di circa 2 Mld di €uro per circa 21 Mln/km sostenendo con ciò un importo per i 10 km della eventuale nuova 246 Cornedo Montecchio non superio ai 300 mln di €uro, poiché per la tangenziale nord di Vicenza da notizie di stampa si parla di 30 Mln/km;
• Se in sede di valutazione di una alternativa, anche in considerazione delle valutazioni di carattere ambientale e paesaggistico che potranno essere espresse dai competenti Ministeri, non si sia ritenuto di sviluppare progettualmente una soluzione totalmente aperta per il tratto della Valle dell’Agno con accessi liberi, ravvicinati e semplici come nel tratto della variante della nuova 246 di Montecchio, Maggiore così da poter prefigurare una sorta di tangenziale per le differenti aree urbane interessate;
• Se la soluzione progettuale alternativa come quella prescelta assicuri adeguata funzionalità per i collegamenti con l'alta valle dell' Agno e in particolare con la S.P. 246 in direzione delle zone produttive di Trissino, Castelgomberto, Tezze nonché con quelle produttive e di servizi di Valdagno, Cornedo Vicentino e turistiche di Recoaro Terme, attraverso una bretella di raccordo alla variante di Cornedo Vicentino, recentemente realizzata e una di nuova concezione sul tratto vecchio della SPV tra Tezze e l’intersezione con la 246 in località San Rocco di Trissino a sud dello svincolo di Castelgomberto;
• Se per quanto riguarda lo svincolo di Castelgomberto e il tratto a sud in sede di progetto definitivo siano state approfondite soluzioni che minimizzino l'impatto sull'edificato residenziale con soluzioni in galleria artificiale in corrispondenza nella zona industriale di Castelgomberto;
• Se per la fase di cantiere sia stato dettagliato qualitativamente e quantitativamente i materiali derivanti dalla demolizione delle opere esistenti e se si siano indicate le modalità di smaltimento;
• Se, relativamente alla fase di cantiere, si sia:
- verificato il progetto per il ripristino integrale delle aree utilizzate come aree di cantiere
- stipulato un eventuale accordo con l’Amministrazione Comunale in merito alla destinazione d'uso finale delle aree utilizzate a servizio dei cantieri;
- approfondito l'analisi degli impatti, specificatamente per le componenti acustiche e vibrazionali dei lavori di costruzione;
- definito, specificandole in dettaglio, la dislocazione delle aree operative e la relativa logistica, privilegiando aree prive di vincoli e riducendo comunque al minimo l'occupazione di aree di pregio ambientale, ed in particolare aree SIC e ZPS;
- predisposto un piano di circolazione dei mezzi d'opera in fase di costruzione, che abbia valenza contrattuale e che contenga i dettagli operativi di quest'attività in termini di:
* percorsi impegnati;
* tipo di mezzi;
* volume di traffico, velocità dì percorrenza, calendario e orari di transito;
* percorsi alternativi in caso di inagibilità temporanea dei percorsi programmati;
* percorsi di attraversamento delle aree urbanizzate;
* messa in evidenza se del caso, delle misure di salvaguardia degli edifici sensibili;
* eventuali indennizzi ai proprietari interferiti dalle aree di servizio ai cantieri;
• Se sia stata approfondita la valutazione quantitativa degli impatti sull'atmosfera, in corso d'opera, a partire da un livello conoscitivo di maggiore dettaglio della programmazione delle attività di cantiere, considerando altresì i contributi emissivi da attribuire alle singole attività ed ai diversi lotti; valutare altresì gli impatti e i relativi interventi mitigativi che scaturiscono dallo scavo della galleria Castelgomberto-Malo quale alterazione del quadro attuale della realtà viabilistica e della mobilità generale della Valle dell’Agno;
• Se, preventivamente all'apertura dei cantieri, sia stata effettuata in tutte le aree interessate dall'opera in progetto una accurata ricognizione di superficie, eventualmente integrata, se ritenuto opportuno e solo per situazioni specifiche, da prospezioni geofisiche (elettriche e/o magnetiche), che in ogni caso dovranno essere successivamente controllate con l'apertura di saggi di verifica. A seguito della valutazione dei risultati di tali operazioni preventive potranno essere richiesti sondaggi di accertamento in aree indiziate ed eventuali scavi archeologici di preesistenze antiche individuate (San Fermo, Val Bona, Canove e Ghisa). Infatti la commissione governativa ha prescritto che la successiva apertura del tracciato, così come tutti gli interventi che comportano opere di scavo, debbano essere effettuati con assistenza archeologica, con la previsione di indagini archeologiche in estensione delle strutture antiche eventualmente emerse e la possibilità di emissione di ulteriori provvedimenti di tutela ai sensi del D.Lgs.. n. 42/2004. Le operazioni di verifica preventiva e di scavo archeologico dovranno essere effettuate da operatori qualificati di provata competenza nel settore specifico, con onere non a carico della Soprintendenza che si riserva la direzione scientifica degli interventi archeologici;
• Se nei tratti dove si realizzano gallerie artificiali si sia previsto di rinaturalizzare le coperture, utilizzando terreno vegetale in spessore tale che sia possibile la piantumazione di specie erbacee ed arbustive e, ove possibile, arboree, destinando le aree così recuperate a spazi verdi per la riduzione dell’inquinamento e del rumore;
• Se sia stata assicurata, con la viabilità complementare e di collegamento, la permeabilità con la viabilità minore e con i numerosi poli produttivi/industriali, al fine di conseguire l'obiettivo del decongestionamento della viabilità locale dei numerosi centri urbani interessati dall’attraversamento dell’opera nella Valle dell’Agno e nel nostro territorio comunale;
• Se sia stato predisposto, secondo le indicazione della delibera CIPE già menzionata sopra, quanto necessario per adottare, prima della data di consegna dei lavori, un Sistema di gestione ambientale dei cantieri secondo i criteri di cui alla norma ISO 1400 1 o al Sistema EMAS (Regolamento CE 761/200 1);
• Se nell'estensione del progetto definitivo si sia perseguita la massima coerenza con le richieste degli Enti Amministrativi locali e di quelli di gestione delle aree protette interessate dal tracciato;
• Se si siano approfonditi gli aspetti estetici dei manufatti (riducendo, ove possibile, le dimensioni, studiando le sagome, i colori, i materiali, etc.) e si siano studiate adeguatamente le modalità del loro inserimento nel paesaggio, privilegiando opere di finitura simili a quelle tradizionali;
• Se per il migliore inserimento paesaggistico delle opere d'arte si sia realizzata una progettazione definitiva integrata paesaggistico-architettonica delle infrastrutture (rilevati, trincee, ponti, etc.) tale da poter permettere il miglior inserimento dell'opera nel paesaggio e mitigarne di conseguenza l'effetto di cesura territoriale, perseguendo anzi un obiettivo di massima deframmentazione delle unità di paesaggio.
• Se nel tratto a nord della S.R. 11 e fino alla zona industriale-artigianale di Arzignano, dove il progetto prevede la realizzazione di "controstrade" di collegamento in affiancamento all'asse principale, considerati i carichi di traffico ivi previsti, si sia ritenuto opportuno oltre alla verifica per l'allargamento delle complanari stesse, da due carreggiate monodirezionali con una corsia per senso di marcia a due carreggiate monodirezionali con due corsie per senso di marcia come indicato dal citato provvedimento del CIPE, si sia anche considerata la trasformazione del progetto in tangenziale aperta della valle dell’Agno (drive-through- casello a trasponder-sistema tutor telepass) senza controstrade e con il conseguente mantenimento della frequenza degli accessi (ogni tre km) fino alle zone industriali di Trissino e Castelgomberto;
• Se si sia valutata una configurazione geometrica dello svincolo di Montecchio M.re-Arzignano in corrispondenza all'interferenza con la S.P. 1, studiando in particolare la compatibilità con il contesto territoriale preesistente e la già suggerita opzione di controstrade con due corsie per senso di marcia sia stata valutata con verifica della soluzione aperta;
• Se l’azione del Sindaco presso il Commissario Straordinario abbia considerato il miglioramento delle condizioni economiche e delle modalità di esproprio e di indennizzo per gli edifici da abbattere, per le proprietà da espropriare e anche per gli abitanti interferiti entro i 40 mt dall’asse della nuova opera; al fine di ottenere un protocollo di garanzia per i cittadini direttamente interessati e affinché non siano lasciati soli di fronte ad una questione che sconvolge le loro vite come perdere la casa, averne il valore ridotto e la qualità della vita e la salute direttamente compromessa, come pure compromesse le proprietà, e non si verifichino trattamenti privilegiati ma uguali per tutti;
• Se in definitiva siano stati valutati QUALI SIANO CONCRETAMENTE GLI EFFETTI POSITIVI SUL TRAFFICO LOCALE DI SPOSTAMENTO TRA I SINGOLI PAESI DELLA VALLATA ,
• SE SIANO STATI MESSI A CONFRONTO L’IMPATTO DELL’INFRASTRUTTURA AUTOSTRADALE SULLA VIABILITA’ DI VALLE RISPETTO ALLA SOLUZIONE GIA’ A SUO TEMPO STUDIATA CHE RINNOVI LA EX 246 DA VALDAGNO A MONTECCHIO MAGGIORE (COMPLETAMENTO DEI LOTTI MANCANTI – miglioramento e valorizzazione della viabilità esistente e complementare), ANZICHE’ LA CONNESSIONE CON MALO EVITANDO DI RIVERSARE IL TRAFFICO DI PURO ATTRAVERSAMENTO ATTINTO DALLA A4 E INSTRADATO DENTRO LA VALLE DELL’AGNO – TRASFORMANDO QUESTO SEGMENTO IN VERO E PROPRIO PASSANTE NORD DELLA A4.
• INFINE CHE SIA VALUTATA LA RICHIESTA DI SOSPENSIONE DELL’ATTUAZIONE DEL PROGETTO PER IL TRATTO A31-A4(VILLAVERLA – MONTECCHIO M.) AL FINE DI APPROFONDIRE UNA MIGLIORE PROGETTAZIONE DIMENSIONANDOLA SULLE REALI ESIGENZE DELLA VALLE DELL’AGNO CHE SONO LA SOLUZIONE SEMPLICE DELLA VIABILITA DELLA NUOVA 246 NEL TRATTO RESTANTE DI COMPLETAMENTO COSTITUITO DA SOLO 10 KM TRA CEREDA DI CORNEDO VIC. E CANOVE DI MONTECCHIO M.RE E IL RIDIMENSIONAMENTO DELLA GALLERIA DI MALO-CASTELGOMBERTO SULLA BASE DEI REALI DATI DI TRAFFICO IN ATTRAVERSAMENTO VERSO EST E OVEST AFFINCHE’ L’OPERA SIA AL SERVIZIO DELLA VALLE E LA VALLE DELL’AGNO NON DEBBA DIFENDERSI DALLA SPV, CONSIDERANDO POSITIVAMENTE LA PROSPETTATA DILAZIONE DELLA DATA D’INIZIO LAVORI ALLA FINE DEL 2011 PER IL LOTTO 1 COME RIPORTATO DA NOTIZIE DI STAMPA CHIEDENDO PERCIO’ UN’ULTERIORE SLITTAMENTO ALLA PRIMAVERA 2012.
Con osservanza
Consigliere Gerardo Lupo
Trissino, 28 Giugno 2010

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